da "The Shootist" ed. La Camera Verde
Quando si comincia un film, non sempre si ha l'energia giusta per tenere sotto controllo l'emozione e spesso il primo giorno di riprese è quasi sempre l'attesa dell'attesa. Non è il fatto di cercare una consolazione, ma prima del primo ciak, il tempo si dilata, e d'improvviso si spezza. E quando si deve dire: "Motore, Azione!" la scena non solo non è pronta ma è distorta, come se l'attesa fosse una focale. Stare su un set cinematografico senza questa attesa, è come avere un cielo senza sole, senza luna, senza nuvole, un cielo senza stelle, senza orizzonte.
Dissolvenza incrociata.
Quando si restava fermi a guardare il sole fare ombra sulla spiaggia di Mary Sol, si comprendeva bene come Brando in One-Eyed Jacks (I due volti della vendetta) scelse, come location, questa riva del mare, pensando alla Gioconda di Leonardo, soltanto come Duchamp riuscì a fare. Si, perché I due volti della vendetta è tale e quale a elle a chaud au cul di Marcel Duchamp, nasce e vive dagli-degli stessi principi e presupposti. Come Duchamp mette i baffi alla Gioconda, Brando fa i baffi al western. Brando è l'Atollo K di Stan Laurel e Oliver Hardy, Brando è il sogno perduto, è follia e movimento alienante, è corpo fuori dal corpo. Brando è come una poesia di Rimbaud. Violento e tenero, Brando è morto, e Bertolucci ha potuto assistere al tempo di un attoreautore, al disfacimento ma anche alla grandezza del suo ultimo sguardo. Brando che danza insieme a Faye Dunaway, chi l'ha visto? Brando-Kurtz, è tra le sonate più incredibili che il cinematografo abbia avuto. Coppola è tra gli autori di cinema che senz'altro conoscono fino all'ultimo granello di sabbia della spiaggia di Mary Sol.
Dissolvenza incrociata.
A Mary Sol il mare arrivava dagli scogli, e arrampicata su un dirupo, c'era una casetta di legni e travi, e dentro c'era Brando a fare la fresa col pomodoro, e a vendere birra, e la sabbia era nera, vulcanica, e l'acqua era vellutata, di un blu intenso, e qui era chiaro che l'amore ti tradiva. Era qui che il luogo faceva fatica a misurarsi con il tempo delle questioni umane, anche Brando fuori dall'inquadratura ha perso tutto. E anche Brando col cappello di paglia in testa, ha visto l'isola da quassù, e anche Brando ha detto l'idiota: "Ti amo", mentre un primissimo piano tratteneva il ghigno di chi chiaramente mai più sarebbe tornato. Mary Sol era un posto dove tutte le fine si incontravano, come in un film, che più o meno percorre tutti i film del Cinematografo, quello vero s'intende, quello di Viaggio in Italia di Rossellini, della Règle du jeu di Renoir. Quello della Sera della prima di Cassavetes. Ma forse la confusione rischia di portarsi via tutte le onde, del resto Brando anche sulla sedia a rotelle era capace di farti vedere Mary Sol. Brando e Welles, se si fossero incontrati, a immaginarselo il film! A Mary Sol si poteva, si poteva sognare. Si vedevano tutti i film mai fatti, quelli che si sarebbero dovuti girare e per un motivo o un altro, non si erano potuti fare. Mary Sol non è stato soltanto un luogo della mente ma è esistito e sembrava restare per sempre. Un luogo dove la poesia era chiara e violenta, e l'abbraccio era segnato da meduse giganti che navigavano alla deriva verso la luce. Ma oggi, la morte di questa spiaggia, e anche di altre, non interessa più a nessuno, la lava nera ne ha inondato ogni granello di pietra. Mary Sol è, oggi, un luogo nero, di paura e di morte, dove nulla fa ricordare del sogno, e tutte le zattere restano affondate. Il Petrolio ha ingoiato ogni cosa, e tutte le ossa restano seppellite, la bussola si è perduta per sempre, fino a Venezia, fino a quando l'ultima inquadratura di In girum imus nocte et consumimur igni ci faceva fare l'amore, fino a Venezia, e si vedeva finalmente il Panegirico di Debord, l'amore di Debord, quel Guy Debord che fu espulso dall'Italia perché da solo, era diventato per lo Stato italiano un pericoloso sovversivo, non un secolo fa, ma in quegli anni, quando quel K, morto da poco, era lui, si, un pericoloso ministro dell'interno. Mary Sol è ormai un luogo finito per sempre e anche le onde non tornano più su quella riva. E la fine ha messo per sempre la parola fine… ma quando sta per giungere la fine, (come in tutti i film di Hollywood), ecco che un vetrino verde dalla riva riflette la luce del sole, che per un attimo acceca gli occhi. D'improvviso, la fine fa qualcosa che accade soltanto nei film: perché le cose non possono morire così, nel nero, nel silenzio, questo silenzio sordo, che tace, che fa la polvere, che sbriga le distanze, che uccide ogni cosa. Ed è proprio a ridosso di questa fine che Brando, dopo aver ucciso lo sceriffo Karl Malden, in una delle scene più folgoranti che si siano mai girate, e dice a Louise, che aspetta da lui un figlio: "… non ti preoccupare troveremo un posto dove vivere" e subito dopo le apostrofa un "addio" incredibile e stratosferico. Brando, eroe bugiardo e egoista, ritrova il riflesso della sua carta e se fino adesso ha giocato d'azzardo con l'amore, con questo finale, in riva al mare, ritrova la storia e la giusta fine. One-Eyed Jacks (I due volti della vendetta) è un capolavoro, un'esplosione che implode dentro di sé il genere western. La scena nel saloon con la Gioconda alle spalle di Malden e Brando spacca le convenzioni tipiche del genere. E si doveva prendere il volto di Brando, si doveva ancora imporgli di vivere a Brando e One-Eyed Jacks è l'unico western post-dadaista. La Gioconda sta a Brando come Duchamp sta a Leonardo. Tutte le leggende hanno in verità nel profondo il trucco della menzogna e della bugia, che uccide e fa i massacri ancora oggi. Bisogna liberarsi delle leggende con la verità, questo ci dice Brando. One-Eyed Jacks (I due volti della vendetta) è il western che, meglio di qualunque altro, inquadra l'eroe fare le menzogne, dire le bugie, fino a dopo la fine, quando Brando si riprende l'amore e riparte per un altro orizzonte, per un altro film, per un'altra menzogna da conquistare o da celebrare.
Dissolvenza incrociata.
Mary Sol resta in una mappa perduta che forse un giorno qualcuno troverà. Sappiamo che il colonnello Kurtz è morto, ma sappiamo anche che le ossa per uno strano movimento delle correnti si sono sotterrate in questa spiaggia, ma le ossa di chi? Nella mappa è scritto anche questo, ma la mappa è segreta chiusa dentro uno scrigno perduto anch'esso nel tempo. Brando ne La caccia di Arthur Penn, pareva avesse trovato qualcosa dentro uno sfascia carrozze ma dopo tanti anni la leggenda dice che quello scrigno fu sepolto a Parigi, in un appartamento con oblò, ma sappiamo tutti che Paul (Brando) alla fine di Ultimo tango a Parigi si uccide e allora forse la mappa è perduta per sempre. Quella mappa che riporta il Cinema al Cinema.
"Creare non significa deformare o inventare persone e cose. Vuol dire stringere fra persone e cose che esistono, così come esistono, rapporti nuovi."
(Robert Bresson, Note sul Cinematografo, ed. Marsilio)