Yekaterina Golubeva
- Siamo stati tanto tempo a Parigi e non siamo mai saliti sulla Tour Eiffel…
Era un film con Greta Garbo? poi, dopo Parigi. 29 Palms. – Mi ami? Era il 1999, l’anno di Pola X, attrice? Eri un’attrice? Twentynine Palms, come un deserto, e sembravi pietra, sembravi sabbia, sembravi nella lotta, eri la lotta, guerriera e ombra, corpo e sangue, eri come l’esplosione di Zabriskie Point. Erano i tuoi occhi a fare la differenza, occhi rari di una rara bellezza. L’amour à mort e sei sparita così nel nulla, a Parigi, nel silenzio di ferragosto, e ora al Père Lachaise. Il tuo viso, il tuo volto da Giovanna d’Arco, di una bellezza disarmante, quasi ti portassi dentro l’intera Russia, perché questo erano i tuoi occhi. Hai deposto le armi, dopo aver vissuto un breve e intenso viaggio immaginario fuori e dentro il cinematografo, un viaggio dove il tuo essere attrice ci ha dato tutte le contraddizioni di ruoli difficili, spesso in film non all’altezza della tua misurata bravura. Hai saltato l’ostacolo, con una dignità e una bellezza che già rimpiangiamo. Il cinema è oggi più povero, è oggi più spento, così come oramai povero è di persone capaci di vivere e morire per esso. Il cinema ha perduto ancora, e Yekaterina Golubeva avrebbe dovuto girare un film ancora con Godard, un film ancora con Rivette, un film ancora con Monte Hellman, e un film ancora con Kaurismaki, e un film ancora con Jarmush, un film ancora e ancora e ancora. E ora scendi da quel vulcano insieme a Pierre Clémenti, sembra la cinepresa di Pasolini, controluce, e restate fermi: campo e controcampo, tempi diversi, in attese che fanno quel tempo che ci manca, come uno stacco netto, c’è la musica di Jean Vigo. Ciao Yekaterina Golubeva.
“Noi amiamo sempre…malgrado tutto; e questo malgrado tutto copre un infinito.” (Cioran)
gians