Ben Gazzara, 3 febbraio 2012
Eri Harry, e dopo Cosmo Vitelli, ne la sera della prima eri Manny Victor. Eri della truppa di John Cassavetes, insieme a Peter Falk a Gena Rowlands, i film e il teatro che hai fatto con John Cassavetes sono la traccia più importante e definita che hai lasciato. Con Cassavetes la vita si prende il cinema e viceversa, truffautianamente il tuffo è stato non solo davanti la cinepresa ma soprattutto dietro. Muori lo stesso giorno in cui è morto John Cassavetes (3 febbraio 1989) e nella stessa città, Los Angeles, è incredibile, ma poi non più di tanto. Cassavetes è stato l’uomo di cinema che in America più ha saputo dire e fare le cose.
Il ruolo di Cosmo in The Killing of a Chinese Bookie porta Gazzara oltre qualsiasi limite, a dimostrazione che il talento va bene ma ci vuole anche la verità per descrivere e interpretare certi ruoli e la verità viene fuori solo se a dire le cose non si fanno i trucchi e Cassavetes costruisce su Gazzara tre film importanti dove la vita esplode dentro tutti i suoi limiti ma anche tutte le corse e le fughe e i drammi e le paure. Cassavetes costruisce un suo stile personale, e detta il ritmo alle cose, agli amici, investe d’amore qualsiasi imbroglio e dipana le matasse sentimentali e non, e il suo cinema diventa politico e cura la politica degli amici come nessun altro. Ben Gazzara attraversa il suo cinema col suo volto e la sua voce rauca e graffiante, una voce sporca, smozzicata da un dialetto siciliano antico. Gazzara è senz’altro l’amico d’onore, di bevute e memorie e scazzottate. Il gruppo di Cassavetes è legato, resta legato, tutte le memorie restano visibili in ogni film, in ogni inquadratura. Husbands è il luogo della follia e della resistenza e delle convenzioni e della impossibilità. Opening Night è stata la dissolvenza, quello che c’è prima di andare in scena ma la scena dov’è? E qual è il limite tra verità e palcoscenico? E qui la leggenda si prende tutta la realtà. E Cassavetes-Gazzara insieme a tutti gli altri si danno un gran da fare, e il grande imbroglio di questa maledetta morte che sembra prendersi ogni cosa, in verità lascia quella scia d’amore che è la sola cosa che resta e su cui la leggenda piano piano erge le uniche fondamenta.
Ciao Ben,
gians